giovedì 30 agosto 2007

cin cin !




i pazienti alcolizzati di solito li mando alla "alcoholic anonimous", perchè questa associazione può ottenere risultati migliori dei miei.


Una volta un alcolizzato venne da me e disse: " i miei nonni da parte di entrambi i genitori, erano alcolizzati; i miei genitori erano alcolizzati; i genitori di mia moglie erano alcolizzati; mia moglie è un alcolizzata e io ho avuto il delirium tremens ben undici volte. Mi sono stufato di essere un alcolizzato. Anche mio fratello è un alcolizzato. Certo, sarò un osso duro per lei; cosa pensa di poter fare?"


Gli chiesi che lavoro faceva.


"quando non sono brillo lavoro in un quotidiano. E in un quotidiano l alcol è un rischio professionale".


"Va bene" dissi " Lei vuole che io faccia qualcosa per tutta questa storia. Guardi, ciò che le suggerisco le sembrerà strano, ma vada al Giardino Botanico. Là si fermi a guardare i cactus e mediti che i cactus riescono a sopravvivere tre anni senz acqua, senza pioggia. E ci rifletta su molto."


Molti anni dopo venne da me una giovane donna che mi disse:


"signor Erickson, Lei mi ha conosciuta quando avevo tre anni. andai in California quando avevo tre anni.Ora mi trovo a Phoenix e sono venuta a vedere che razza di uomo è lei, che aspetto ha."


"Dia pure una bella occhiata "dissi io" però sono curioso di sapere perchè vuole tanto guardarmi".


"Chiunque resca a mandare un alcolizzato al Giardino Botanico a guardarsi attorno, perchè impari a tirare avanti senz alcol, e che riesca a farglielo imparare, è il tipo d uomo che voglio vedere!" disse "Mia madre e mio padre non hanno mai più bevuto da quella volta che lei mandò mio padre laggiù"


"E ora suo padre che lavoro fa?"


"lavora in una rivista"


Effettivamente, quello fu un bel modo di curare un alcolizzato.fargli ammirare la capacità dei cactus di sopravvivere tre anni senza pioggia.


Vedete, potete parlare quanto vi pare dei vostri libri di testo.


Oggi imparate questo pezzo. Domani imparate quell altro. Vi dicono fate così e così.


Ma in realtà quello che dovreste fare è guardare il vostro paziente, e capire che tipo d uomo o di donna) è; e poi trattarlo in un modo che risponda al suo problema, al suo problema che è qualcosa di unico.





(tratto da "la mia voce ti accompagnerà" M.H.Erickson (ipnoterapeuta))

1 commento:

lorologio ha detto...

veramente interessante ... e toccante