martedì 29 gennaio 2008
Salire sulla barca
Ho da poco finito di leggere un libro che si intitola "Resisto quindi sono" (ed Corbaccio).
Nel libro questo psicologo analizza molti campioni sportivi che sono risultati vincenti proprio perche non si sono arresi alla fatica, alla frustrazione, alle sconfitte. Nel descrivere ciò parla di "resilienza" ovvero l opposto di vulnerabile.
E la cosa che ha colpito di più il Giorgio che c è in me, è sentirmi dire che la frustrazione è uno stato che può essere utile, perche induce la mente a cercare altre vie, ad applicarsi maggiormente o in modo più efficace. Ovviamente è utile solo se limitata, è ovvio che se eccessiva può anche far rinunciare alla azione...
Mi è capitato sovente in questi due anni di provare in certi momenti il sentimento della frustrazione ed è una situazione che dovessi scegliere non vorrei entrarci mai in quello stato, perchè sudavo, o non ero più lucido, o sentivo che mi stavo deprimendo in modo orribile...
Però devo dargli ragione perchè è da presupposti piuttosto frustranti che sono riuscito in certe situazioni a tirare fuori delle energie inaspettate, per dirla con una frase di Paolini, il mio corpo faceva delle cose che io non gli avevo mai insegnato, e non di rado mi voltavo indietro eancora adesso mi stupisco della miriade di cose che ho fatto nell anno appena trascorso...
Allenarsi ad essere resilienti...dal latino Salio (salire) oppure resalio (dall atto di risalire sulla barca rovesciata dal mare)
è possibile...
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